mercoledì 8 luglio 2009

"Caritas in veritate": una lezione sulla crisi (Tornielli)


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IL TESTO INTEGRALE DELL'ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE"

ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

UNA LEZIONE SULLA CRISI

di Andrea Tornielli

Quando Pio XI scrisse la Quadragesimo anno, aveva davanti agli occhi lo scontro tra i totalitarismi e la crisi di Wall Street del 1929; quando Giovanni XXIII scrisse la Pacem in terris aveva davanti a sé il mondo diviso in due blocchi e la guerra fredda; quando Paolo VI scrisse la Populorum progressio aveva presente il divario tra Nord e Sud del mondo; quando Giovanni Paolo II scrisse la Centesimus annus il mondo viveva ancora nell’euforia per la caduta del Muro di Berlino e la fine del comunismo.
Oggi Benedetto XVI pubblica la Caritas in veritate e ha davanti agli occhi il mondo colpito dalla crisi economica e finanziaria, insieme all’emergere di una nuova ideologia della tecnica che ha soppiantato le grandi ideologie del Novecento.
Le encicliche sociali, novità dell’ultimo secolo, sono sempre calate nella realtà presente e giudicano i fenomeni in atto senza pretendere di fornire ricette risolutive calate dall’alto, ma indicando delle strade percorribili basate sui principi di sempre. Sarebbe fuorviante ridurre la portata del nuovo documento papale, la terza enciclica di Ratzinger, la prima sociale del suo pontificato, esaurendo il suo messaggio nella richiesta di un po’ più di etica nella finanza e nell’economia.
Così come sarebbe fuorviante analizzarla per vedere se il Papa sta con lo Stato o contro lo Stato, con il mercato o contro il mercato, con il capitalismo o contro il capitalismo.
Per capire l’enciclica, bisogna partire dai principi di sempre, come il bene comune, l’equilibrio, la virtù, la fraternità e la reciprocità, la solidarietà, la sussidiarietà, tenendo presente che la Chiesa non ha una teoria da applicare alla realtà, ma parte dalla realtà e, soprattutto, dal soggetto umano.
Questo sguardo permette a Benedetto XVI, come ha permesso ai suoi predecessori, un approccio realistico e competente ai problemi contemporanei.
L’approccio che tiene presente la legge segreta del cristianesimo, quella dell’«et-et», cioè la capacità di includere tutti i fattori in gioco, senza estremismi o radicali «aut-aut».
Per questo nessuno dei problemi oggi dibattuto è rimasto escluso dall’enciclica: dalla delocalizzazione alla valorizzazione di un’economia e di una finanza che non hanno come fine esclusivo il profitto, ma il profitto e il bene comune; dall’emergenza rappresentata dalle migrazioni alla salvaguardia dell’ambiente, fino alle sfide della bioetica, che entrano per la prima volta in modo corposo e articolato in un documento sociale, a indicare che tra i nuovi poveri oggi non ci sono solo gli affamati dei Paesi sottosviluppati, ma anche gli anziani e i bambini non nati.
È significativo – e si tratta di un’altra novità – che nella Caritas in veritate siano state citate per nome tutte quelle esperienze positive, dal non profit alla finanza etica, che mostrano come sia possibile non soltanto fare buoni affari, ma anche affari buoni. Esperienze concrete, già in atto, che partono dalla considerazione che la famiglia umana è, appunto, una famiglia. E che squilibri, ingiustizie, avidità a lungo andare si ripercuotono negativamente anche su chi (oggi) sta meglio. Da questo punto di vista, anche se l’enciclica ha avuto una gestazione più lunga del previsto a causa del precipitare della crisi con il tracollo della finanza americana, i suoi contenuti, e i contenuti del magistero papale, la precedevano e ne indicavano profeticamente gli immancabili sviluppi negativi, come peraltro dimostrano molte autorevoli analisi di studiosi i quali oggi ammettono che andavano ascoltati tanti allarmi lanciati dalla Chiesa nell’era della globalizzazione.
Papa Ratzinger chiede un cambiamento di mentalità, prima che di strutture; una conversione dei cuori. Perché la crisi può essere un’occasione per domandarci dove stiamo andando e quale mondo stiamo costruendo per i nostri figli.

© Copyright Il Giornale, 8 luglio 2009 consultabile online anche qui.

Quadragesimo Anno

«Quadragesimo anno» è l’enciclica sociale promulgata nel 1931 da Papa Pio XI che riafferma la validità della dottrina sociale della Chiesa cattolica secondo le linee della «Rerum Novarum». Fu fortemente ispirata dalla situazione economica successiva alla caduta della borsa del 1929 e affronta la questione del sistema capitalistico.

Mater et Magistra

«Mater et Magistra» è l'enciclica sociale promulgata il 15 maggio 1961 nella quale Papa Giovanni XXIII ampliando il tradizionale insegnamento della Chiesa cattolica in ordine ai problemi sociali apre la questione alla dimensione internazionale e al rapporto tra popoli ricchi e popoli poveri.

Pacem in Terris

La «Pacem in Terris» è l’ultima enciclica pubblicata da papa Giovanni XXIII l'11 aprile 1963, quando il pontefice era già gravemente malato. Il pontefice affrontando per la prima volta il tema della pace nel mondo, si rivolge a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti, perché la Chiesa deve guardare ad un mondo senza confini e senza «blocchi», e non appartiene né all’Occidente né all’Oriente.

Centesimus Annus

La «Centesimus Annus» è un'enciclica scritta da papa Giovanni Paolo II nel 1991, nel centesimo anniversario dell'enciclica «Rerum Novarum» di papa Leone XIII del 1891. L’enciclica fa un’analisi della caduta del comunismo e spiega che il capitalismo deve essere al servizio dell’uomo.

Populorum Progressio

La «Populorum progressio» è l’enciclica pubblicata da papa Paolo VI il 26 marzo 1967 dedicata alla cooperazione tra i popoli. In essa vi è la denuncia dell'aggravarsi dello squilibrio tra paesi ricchi e paesi poveri, la critica al neocolonialismo e il diritto di tutti i popoli al benessere. Critica inoltre capitalismo e collettivismo marxista.

Sollicitudo Rei Socialis

La «Sollicitudo Rei Socialis» è un'enciclica pubblicata dal papa Giovanni Paolo II il 30 dicembre 1987. Il documento tratta della questione sociale a vent'anni di distanza dalla famosa enciclica di papa Paolo VI «Populorum Progressio» e spiega che la solidarietà è una forma di carità e la fonda sull’interdipendenza tra tutti i popoli della terra.

Rerum novarum

La «Rerum Novarum» è l’enciclica sociale promulgata il 15 maggio 1891 da Papa Leone XIII con la quale per la prima volta nella sua storia millenaria la Chiesa cattolica prese posizione in ordine alle questioni sociali e fondò la moderna dottrina sociale cristiana, affrontando la «questione operaia».

© Copyright Il Giornale, 8 luglio 2009

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