domenica 19 luglio 2009

“Dottore, può venire? C’è il Papa in attesa” (Sergi)


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“Dottore, può venire?
C’è il Papa in attesa”


STEFANO SERGI

AOSTA

Alle 16,20 Pierluigi Berti, direttore sanitario dell’«Umberto Parini», può tirare un sospiro di sollievo, il Papa ha appena lasciato l’ospedale di Aosta per tornare a Les Combes con un polso ingessato. «Tutto bene sia sul fronte sanitario sia su quello di gestione dell’emergenza rispetto alla normale attività della nostra struttura».
Per la sanità valdostana è stato il giorno più lungo, con i riflettori del mondo puntati addosso fin dalle 10 quando i primi lanci di agenzia comunicavano ai quattro angoli del pianeta che Benedetto XVI era rimasto vittima di un incidente ed era entrato nell’ospedale di Aosta.
Il Papa durante le visite ha detto di voler esser trattato come chiunque altro e ha atteso il suo turno per entrare in sala operatoria, ma non si poteva di certo considerare un paziente qualunque, se non altro per il mastodontico apparato di sicurezza che comporta ogni suo spostamento.
Massimo Pesenti, primario del Pronto soccorso, è stato quello che ha dovuto far partire l’intera macchina dell’emergenza quando, poco dopo le 8, è arrivata la telefonata da Les Combes: «Il Papa deve essere sottoposto ad accertamenti in ospedale, preparatevi». Racconta il medico: «Può sembrare strano, ma non è stato fatto nulla di straordinario, tutto il personale era già in servizio regolarmente. Certo, trovarsi di fronte il Papa non è propriamente una cosa normale». Con l’abito bianco e le scarpe rosse, e un ombrello bianco per ripararsi dalla pioggia, Benedetto XVI è stato fatto entrare dall’ingresso a fianco del reparto di Rianimazione, poi ha cominciato l’iter normale di ogni paziente anziano con una sospetta frattura al polso.
Unica differenza, il fatto di dover garantire le misure di sicurezza. «Per questo lo abbiamo fatto entrare in Rianimazione, il reparto più protetto e più facilmente gestibile - dice Pesenti -. Siamo stati noi per primi in Pronto soccorso ad accoglierlo, per gli accertamenti e le visite.
Poi è andato direttamente in Radiologia, per le lastre». Il Papa è stato sottoposto agli esami di rito pre-anestesia, poi ha dovuto aspettare un paio d’ore, a causa della colazione che sconsigliava un immediato intervento chirurgico. E nel trasferirsi da una sala all’altra, ha sempre salutato pazienti e personale sanitario. «A creare a volte malumori in questo ospedale per il loro atteggiamento sono semmai i signorotti locali, non certo il Papa» sibila un dirigente dell’Umberto Parini.
Manuel Mancini, primario dell’Ortopedia, era in sala operatoria quando l’hanno chiamato: «Dottore, può venire quando ha finito? Nell’altra sala c’è il Papa che ha bisogno di un intervento». Alle 15,30 Benedetto XVI è stato giudicato idoneo a tornare a Les Combes. «Ha ringraziato tutto il personale che l’ha assistito e ha salutato molto cordialmente» aggiunge Berti. Che conclude così: «Oggi è stata la gestione di un caso ordinario su una persona straordinaria».

© Copyright La Stampa (Aosta), 18 luglio 2009

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