mercoledì 29 luglio 2009

Enciclica, Bertone al Senato: Superate obsolete dicotomie (Velino)


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Enciclica, Bertone al Senato: Superate obsolete dicotomie

Roma, 28 lug (Velino)

Un’enciclica “più che sociale”, la Caritas in veritate di Benedetto XVI.
Lo hanno sostenuto il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, e il presidente del Senato Renato Schifani, in un convegno sul testo organizzato nella sala capitolare del Palazzo della Minerva, la stessa in cui cinque anni fa l’allora cardinale Ratzinger tenne una conferenza sulle radici cristiane dell’Europa. L’incontro di oggi si colloca - nella volontà del presidente del Senato - in continuità con quell’appuntamento e con “una consuetudine di dialogo e confronto che il Senato considera patrimonio prezioso della propria tradizione”.
Del resto - sottolinea Bertone - “mi sembra che questo documento possa trovare una singolare eco in questa sede. Coloro che hanno la delicata e onorifica responsabilità di rappresentare il popolo italiano e di esercitare per suo mandato il potere legislativo, possono trovare nelle parole del Papa una alta e profonda ispirazione nello svolgimento della loro missione, così da rispondere adeguatamente alle sfide etiche, culturali e sociali che oggi ci interpellano”.
Un’enciclica “più che sociale”, la Caritas in veritate di Benedetto XVI. Lo hanno sostenuto il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, e il presidente del Senato Renato Schifani, in un convegno sul testo organizzato nella sala capitolare del Palazzo della Minerva, la stessa in cui cinque anni fa l’allora cardinale Ratzinger tenne una conferenza sulle radici cristiane dell’Europa. L’incontro di oggi si colloca - nella volontà del presidente del Senato - in continuità con quell’appuntamento e con “una consuetudine di dialogo e confronto che il Senato considera patrimonio prezioso della propria tradizione”. Del resto - sottolinea Bertone - “mi sembra che questo documento possa trovare una singolare eco in questa sede. Coloro che hanno la delicata e onorifica responsabilità di rappresentare il popolo italiano e di esercitare per suo mandato il potere legislativo, possono trovare nelle parole del Papa una alta e profonda ispirazione nello svolgimento della loro missione, così da rispondere adeguatamente alle sfide etiche, culturali e sociali che oggi ci interpellano”.
A partire proprio dalla politica.
“Purtroppo il facile gioco della delegittimazione dell’avversario politico si è tradotto in delegittimazione dei ruoli, degli equilibri e dello stesso sistema istituzionale” osserva Schifani. Il presidente del Senato parla della crisi che tocca anche la politica. È necessario - auspica - che “anche la politica non si senta al di sopra, ma sia calata dentro il ‘giudizio della ragione, che è la madre del diritto’”.
La sala è al completo: in prima fila le berrette degli arcivescovi Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, Giuseppe Bertello, nunzio apostolico in Italia, e Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita. Presenti il segretario della Cei, Mariano Crociata, e il cancelliere delle Pontificie accademie delle scienze e delle scienze sociali, Marcelo Sánchez Sorondo. Tra le autorità Gianni Letta, il ministro Raffaele Fitto, il senatore Marcello Pera, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri - che al termine avrà modo di sottolineare: “Mi pare ci sia serenità nel mondo cattolico perché c’è questa maggioranza” -, Peirferdinando Casini, Paola Binetti, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi, il vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo.
Parlare di “enciclica sociale” coglie “un aspetto importante” ma è “riduttivo”, introduce l’incontro Schifani. Per il presidente di Palazzo Madama il documento si pone nel contesto attuale come qualcosa di totalmente nuovo, che supera non solo “la crisi” economica, ma tutte “le crisi” con cui si è aperto il terzo millennio, a partire dall’11 settembre 2001, “sparigliando” ogni ideologia. “Il messaggio che la Caritas in veritate ci lascia è quello di pensare la gratuità, e dunque la fraternità, come cifra della condizione umana e quindi di vedere nell’esercizio del dono il presupposto indispensabile affinché Stato e mercato possano funzionare avendo di mira il bene comune”: è questo, secondo Bertone, il cuore del testo papale. L’enciclica ha la forza di “superare l’ormai obsoleta dicotomia tra la sfera dell’economico e la sfera del sociale” osserva il principale collaboratore di Benedetto XVI, e propone una concezione “che si potrebbe definire alternativa, sia rispetto a quella che vede il mercato come luogo dello sfruttamento e della sopraffazione del forte sul debole, sia a quella che, in linea con il pensiero anarco-liberista, lo vede come luogo in grado di dare soluzione a tutti i problemi della società”.
L’analisi del Papa non è riconducibile all’uno o all’altro modello economico, né può essere vista come una critica al sistema capitalistico, quanto piuttosto alle sue distorsioni. Gli fa eco Schifani: è riduttivo “volerne ricercare forzatamente i riferimenti a una teoria economica piuttosto che a un’altra, richiando di cadere in quelle ‘secche ideologiche alle quali l’enciclica chiaramente si sottrae”. Il presidente del Senato invita a “ridare trasparenza e onestà all’agire economico responsabile”. E adotta una formula cara alla Chiesa italiana per cui i “no” detti su alcuni temi sono in realtà grandi “sì” detti all’uomo. Schifani invita a dire “no alla corruzione, no alla mafia, no al ricatto ignobile dell’usuraio, no alle varie forme di schiavitù e sopruso dell’uomo sull’uomo”. Ma soprattutto “serve affermare con forza anche una politica dei sì. Sì alla fiducia nella ripresa; sì al recupero di un’immagine alta e nobile della politica; sì al senso dello Stato vissuto come valore irrinunciabile e testimonianza; sì al rilancio dell’economia ed ad una nuova alleanza tra imprese e lavoratori”.
Bertone parla della crisi economica e cita Gordon Gekko, il protagonista di “Wall Street”. “Greed is good, greed works”: “L’avidità è buona, l’avidità funziona”. È questa - dice il porporato, una delle cause dell’attuale depressione economica. In realtà “la crisi finanziaria non può dirsi un evento né inatteso né inspiegabile” secondo Bertone. Anzi, “non riusciremo ad impedire l’insorgere in futuro di episodi analoghi se non si aggredisce il male alla radice, vale a dire se non si interviene sulla matrice culturale che sorregge il sistema economico”. Il segretario di Stato chiede che le autorità favoriscano “la nascita e il rafforzamento di un mercato finanziario pluralista”, in cui possano convivere “banche del territorio, banche di credito cooperativo, banche etiche, fondi etici. Se negli ultimi decenni le autorità finanziarie avessero tolto i tanti vincoli che gravano sui soggetti della finanza alternativa, la crisi odierna non avrebbe avuto la potenza devastatrice che stiamo conoscendo”. Conclude Bertone: “Il guadagno, certo non da poco, che la Caritas in Veritate ci offre è quello di prendere in grande considerazione quella concezione del mercato, tipica della tradizione di pensiero dell’economia civile, secondo cui si può vivere l’esperienza della socialità umana all’interno di una normale vita economica e non già al di fuori di essa o a lato di essa. È questa una concezione che si potrebbe definire alternativa”.
A partire proprio dalla politica. “Purtroppo il facile gioco della delegittimazione dell’avversario politico si è tradotto in delegittimazione dei ruoli, degli equilibri e dello stesso sistema istituzionale” osserva Schifani. Il presidente del Senato parla della crisi che tocca anche la politica. È necessario - auspica - che “anche la politica non si senta al di sopra, ma sia calata dentro il ‘giudizio della ragione, che è la madre del diritto’”. La sala è al completo: in prima fila le berrette degli arcivescovi Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati, Giuseppe Bertello, nunzio apostolico in Italia, e Rino Fisichella, presidente della Pontificia accademia per la vita. Presenti il segretario della Cei, Mariano Crociata, e il cancelliere delle Pontificie accademie delle scienze e delle scienze sociali, Marcelo Sánchez Sorondo. Tra le autorità Gianni Letta, il ministro Raffaele Fitto, il senatore Marcello Pera, il presidente dei senatori del Pdl Maurizio Gasparri - che al termine avrà modo di sottolineare: “Mi pare ci sia serenità nel mondo cattolico perché c’è questa maggioranza” -, Peirferdinando Casini, Paola Binetti, l’ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede Antonio Zanardi Landi, il vicesindaco di Roma Mauro Cutrufo.
Parlare di “enciclica sociale” coglie “un aspetto importante” ma è “riduttivo”, introduce l’incontro Schifani. Per il presidente di Palazzo Madama il documento si pone nel contesto attuale come qualcosa di totalmente nuovo, che supera non solo “la crisi” economica, ma tutte “le crisi” con cui si è aperto il terzo millennio, a partire dall’11 settembre 2001, “sparigliando” ogni ideologia. “Il messaggio che la Caritas in veritate ci lascia è quello di pensare la gratuità, e dunque la fraternità, come cifra della condizione umana e quindi di vedere nell’esercizio del dono il presupposto indispensabile affinché Stato e mercato possano funzionare avendo di mira il bene comune”: è questo, secondo Bertone, il cuore del testo papale. L’enciclica ha la forza di “superare l’ormai obsoleta dicotomia tra la sfera dell’economico e la sfera del sociale” osserva il principale collaboratore di Benedetto XVI, e propone una concezione “che si potrebbe definire alternativa, sia rispetto a quella che vede il mercato come luogo dello sfruttamento e della sopraffazione del forte sul debole, sia a quella che, in linea con il pensiero anarco-liberista, lo vede come luogo in grado di dare soluzione a tutti i problemi della società”.
L’analisi del Papa non è riconducibile all’uno o all’altro modello economico, né può essere vista come una critica al sistema capitalistico, quanto piuttosto alle sue distorsioni. Gli fa eco Schifani: è riduttivo “volerne ricercare forzatamente i riferimenti a una teoria economica piuttosto che a un’altra, richiando di cadere in quelle ‘secche ideologiche alle quali l’enciclica chiaramente si sottrae”. Il presidente del Senato invita a “ridare trasparenza e onestà all’agire economico responsabile”. E adotta una formula cara alla Chiesa italiana per cui i “no” detti su alcuni temi sono in realtà grandi “sì” detti all’uomo. Schifani invita a dire “no alla corruzione, no alla mafia, no al ricatto ignobile dell’usuraio, no alle varie forme di schiavitù e sopruso dell’uomo sull’uomo”. Ma soprattutto “serve affermare con forza anche una politica dei sì. Sì alla fiducia nella ripresa; sì al recupero di un’immagine alta e nobile della politica; sì al senso dello Stato vissuto come valore irrinunciabile e testimonianza; sì al rilancio dell’economia ed ad una nuova alleanza tra imprese e lavoratori”.
Bertone parla della crisi economica e cita Gordon Gekko, il protagonista di “Wall Street”. “Greed is good, greed works”: “L’avidità è buona, l’avidità funziona”. È questa - dice il porporato, una delle cause dell’attuale depressione economica. In realtà “la crisi finanziaria non può dirsi un evento né inatteso né inspiegabile” secondo Bertone. Anzi, “non riusciremo ad impedire l’insorgere in futuro di episodi analoghi se non si aggredisce il male alla radice, vale a dire se non si interviene sulla matrice culturale che sorregge il sistema economico”. Il segretario di Stato chiede che le autorità favoriscano “la nascita e il rafforzamento di un mercato finanziario pluralista”, in cui possano convivere “banche del territorio, banche di credito cooperativo, banche etiche, fondi etici. Se negli ultimi decenni le autorità finanziarie avessero tolto i tanti vincoli che gravano sui soggetti della finanza alternativa, la crisi odierna non avrebbe avuto la potenza devastatrice che stiamo conoscendo”. Conclude Bertone: “Il guadagno, certo non da poco, che la Caritas in Veritate ci offre è quello di prendere in grande considerazione quella concezione del mercato, tipica della tradizione di pensiero dell’economia civile, secondo cui si può vivere l’esperienza della socialità umana all’interno di una normale vita economica e non già al di fuori di essa o a lato di essa. È questa una concezione che si potrebbe definire alternativa”.

(ban) 28 lug 2009 19:28

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