lunedì 6 luglio 2009

Il cattolico adulto che il Papa non vuole: editoriale di Mancuso che conferma punto per punto le affermazioni di Benedetto XVI

Clicca qui per leggere la replica piccata di Vito Mancuso alle parole di Benedetto XVI (e di San Paolo!) sulla fede adulta. Si nota che il "Nostro" è stato punto nel vivo :-)
Per Mancuso un'unica domanda: se non si dimostrasse cosi' "indipendente" dal Magistero della Chiesa, pensa che troverebbe posto in prima pagina su Repubblica? Io dico di no...
E qui, chiudendo il cerchio, ci troviamo di nuovo a dare ragione al Papa.

R.

11 commenti:

Fabiola ha detto...

Il "nostro" teologo non trova posto solo sulle pagine di Repubblica. Sull'ultimo numero del magazine femminile Io donna del Corriere, in data 4 luglio, si sottopone volentieri al questionario "liberamente ispirato al famoso gioco di Marcel Proust", una rubrichetta nella quale un personaggio "famoso" risponde ad una serie di domande, sempre uguali.
Riporto solo due risposte di Mancuso.Domanda:l'incontro che le ha cambiato la vita? Risposta: A 18 anni con il cardinal Martini. D.La persona che richiamerebbe in vita? R. Gesù: avrei alcune domande da fargli.
Vogliamo ancora chiamarlo "cattolico" questo signore? Quanto a Martini, sospendo il giudizio. Ma se questi sono i frutti...

mariateresa ha detto...

quanti palloni gonfiati e quanta supponenza.Se volassero non riusciremmo a vedere il colore del cielo.

Anonimo ha detto...

Provo a controbattere alle affermazioni di Mancuso circa il fatto che prima la Chiesa condannava la libertà religiosa e ora la difende.
Bisogna innanzittutto comprendere cosa significa libertà religiosa.
Se per essa si intende il fatto che tutte le religioni sono eguali vie di salvezza,allora si sta sbagliando(vedi DOMINUS IESUS)in quanto ogni uomo essendo "capax Dei" ha L'OBBLIGO di aderire alla VERITA' quando ne viene a conoscenza.
Impugnare la Verità rivelata è infatti uno dei peccati contro lo Spirito che non potranno mai essere perdonati.
La libertà religiosa a cui fa sempre riferimento il Papa è la libertà del foro interno sulla quale nessuno può nulla.
A cambiare non è il principio che resta e resterà immutabile ma le modalità concrete d'attuazione e qst Mancuso dovrebbe saperlo molto bene.
Bastava rileggere il fondamentale discorso alla Curia del 22/12/2005 in cui il Papa dice appunto:

"Bisognava imparare a riconoscere che, in tali decisioni, solo i principi esprimono l’aspetto duraturo, rimanendo nel sottofondo e motivando la decisione dal di dentro. Non sono invece ugualmente permanenti le forme concrete, che dipendono dalla situazione storica e possono quindi essere sottoposte a mutamenti. Così le decisioni di fondo possono restare valide, mentre le forme della loro applicazione a contesti nuovi possono cambiare. Così, ad esempio, se la libertà di religione viene considerata come espressione dell'incapacità dell'uomo di trovare la verità e di conseguenza diventa canonizzazione del relativismo, allora essa da necessità sociale e storica è elevata in modo improprio a livello metafisico ed è così privata del suo vero senso, con la conseguenza di non poter essere accettata da colui che crede che l'uomo è capace di conoscere la verità di Dio e, in base alla dignità interiore della verità, è legato a tale conoscenza. Una cosa completamente diversa è invece il considerare la libertà di religione come una necessità derivante dalla convivenza umana, anzi come una conseguenza intrinseca della verità che non può essere imposta dall'esterno, ma deve essere fatta propria dall’uomo solo mediante il processo del convincimento".


Antonio

guglielmo ha detto...

Concordo con te Antonio

Alessandra Mirabella ha detto...

Francamente Mancuso comincia a starmi pesantemente sulle scatole (scusate l'espressione). A partire dal fatto che, per definire la fede adulta, cita Bonoheffer. (Ma san Paolo non è sufficiente? Con tutto il rispetto , ma i protestanti non hanno nulla da insegnarci)
A parte questo si evince chiaramente che non ha capito un bel niente del discorso di Papa Benedetto. O per meglio dire non ci ha voluto capire niente. L'obbedienza ci cui parla Benedetto è molto di più della pedissequa accettazione di cui parla Mancuso. E' qualcosa di molto di più. Inoltre un conto è disquisire su singole tematiche e un conto mettere in discussione i fondamenti stessi della fede. Dire che Gesù risorto o non risorto è la stessa cosa ai fini del credere è semplicemente follia!

Concludo citando Michael quoist che nel 1969 (!) scriveva: Tutti quelli che vogliono rivoluzionare la Chiesa sono i più vicini a Lui attraverso la preghera e la contemplazione?"

Anonimo ha detto...

Meno teologi, più santi! La teologia troppo spesso è un frullato di parole, tanto, tanto lontano dalla gente che cerca autenticità e verità. Tutta la scienza (teologia compresa) si sta riducendo ad un fenomeno esoterico, baroni e baronetti che non conoscono più l'attegiamento umile di chi si avvicina al mistero. "Chi è come Dio?"

Raffaella ha detto...

Dipende dai teologi...
R.

sonny ha detto...

Straquoto la rottura di scatole di
Alessandra Mirabella e aggiungo: se Mancuso è un grande teologo, io sono Vanna Marchi.
O.T. Vorrei intervenire di più, ma vi leggo sempre con tanto piacere. Auguri a Raffaella per l'ampliamento del blog che ci hai annunciato e in bocca al lupo per le tue collaboratrici. Sei una fonte inesauribile. Grazie

massimo ha detto...

mancuso non è onesto intelletualmente in questo articolo,mi spiego:cita filologicamente solo quello che gli pare dell'omelia di B.XVI,ma sul motivo per cui dovremmo dare obbedienza cita ratisbona,sarebbe stato sufficente continuare a leggere B.XVI in quel preciso discorso omiletico per capire perchè e cosè l'obbedienza,ratisbona è altro,ma perchè invece di citare,perchè il papa vuole obbedienza,non ci spiega perchè san Paolo chiede obbedienza?è questo che il papa ha spiegato e spiega spesso(un anno paolino e mancuso non se ne è accorto ?)forse il mondo del giornalismo e altrove si dovrebbe chiedere se è teologo colui che non mi sà spiegare perchè le lettere di Paolo sono Parola di Dio in cui per Fede e per Fede nella successione apostolica noi cattolici dobbiamo saper considerare e obbedire e sopratutto vivere.
e forse l'obbedienza non è quell'atteggiamento e quella virtù che ha contradistinto Gesù nell'orto degli ulivi e che noi dovremmo imitare?non ci dobbiamo noi cattolici conformare a Cristo ?
è un teologo colui che alla fine mi dice che sono maturo se mi conformo a quello che và di moda?o è modermo fare ?ma và là mancuso ............articolo pieno di risentimento e di niente teologia dove solo il teorema ideologico a cui far aderire la figura del santo padre è il fine.
vedrete tutti,mancuso che è molto furbo(ma francamente non così intelligente e colto come ce lo figura il suo datore di lavoro) saprà dare un colpo al cerchio(l'ultimo articolo prima di questo)e un colpo alla botte per farsi leggere e dar retta da più cattolici possibile,perchè alla fine questa è la strategia del giornale che lo ha nominato "teologo di redazione"quello di farsi leggere,punta sulla novità,sull'aspetto piacevole,attirare per allontanare dalla fede e dalla frequenza della vera fede il più alto numero possibile di persone.
caro mancuso non ci puoi fare nulla,molta gente sà leggere e il papa sà molto ben parlare ed è ascoltato e capito,l'omelia di cui tu scrivi,come molte altre saranno presto patrimonio della tradizio della chiesa,cioè patristica,così come è stato per Leone magno,Ambrogio e Agostino,mi spiace per te non sarà così per i tuoi articoletti.infine un grazie a chi posta gli articoli qui così che risparmio il soldino che non volgio più dare a quel giornale.

gianniz ha detto...

Come può un adolescente piccato e saccente (che si crede adulto) dare ragione al proprio Padre? per di più Santo?
Finchè non raggiungerà, se la raggiungerà, la maturità (secondo Paolo) non potrà far altro che lanciare provvocazioni e fare "capricci" ...

Giulio Guerrini ha detto...

mi sembra che nessuno dei critici di Mancuso abbia studiato abbastanza per capire il suo pensiero, è purtroppo la posizione del clero da sempre, ignorante e supponente, pronto a condannare in nome di un potere autoreferenziale e vedo che molti chierici si uniscono al coro