martedì 21 luglio 2009

Il grazie di Benedetto XVI per la preghiera e l’affetto: «Sono un po’ limitato ma la gioia del cuore è piena» (Mazza)


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Il grazie di Benedetto XVI per la preghiera e l’affetto

«Sono un po’ limitato ma la gioia del cuore è piena»

DAL NOSTRO INVIATO A ROMANO CANAVESE (TORINO)

SALVATORE MAZZA

Non si esce dalla crisi senza solidarietà. Non si costrui­sce la società senza un sal­do radicamento nei valori fonda­mentali della famiglia e della dife­sa della vita. Non si ha futuro se non ci si preoccupa dei giovani in chiave educativa. Per cui «non sco­raggiatevi! La Provvidenza aiuta sempre chi opera il bene e si im­pegna per la giustizia; aiuta quan­ti non pensano solo a sé ma anche a chi sta peggio di loro» .
Da Romano Canavese, in un An­gelus segnato dall’affetto di cui la gente del posto ha voluto circon­dare il Papa reduce dalla frattura del polso destro, Benedetto XVI ha lanciato un forte messaggio di spe­ranza, condensando in poche pa­role i concetto essenziali della sua ultima enciclica Caritas in verita­te.
E ricordando che « i valori fon­damentali della famiglia e del ri­spetto della vita umana, la sensi­bilità per la giustizia sociale, la ca­pacità di affrontare la fatica e il sa­crificio, il forte legame con la fede cristiana attraverso la vita parroc­chiale e specialmente la parteci­pazione alla Santa Messa » , che so­no stati lungo i secoli « la vostra ve­ra forza » , saranno gli stessi che po­tranno « permettere alle genera­zioni di oggi di costruire con spe­ranza il proprio futuro, dando vi­ta a una società veramente solida­le e fraterna, dove tutti i vari am­biti, le istituzioni e l’economia sia­no permeati di spirito evangelico » . Una riflessione densa, quella pro­posta da papa Ratzinger, in una domenica che tuttavia, come det­to, è stata soprattutto contrap­puntata dalla vicinanza che la gen­te di Romano Canavese – « la città nativa del mio primo collaborato­re, cardinale Tarcisio Bertone, se­gretario di Stato » – ha manifesta­to in ogni momento al Pontefice infortunato. Che, per primo, non ha mancato di scherzare sull’inci­dente occorsogli venerdì: «Sono un po’ limitato nell’agilità, ma la mia presenza di cuore è piena» , ha detto proprio all’inizio del suo di­scorso, nel ringraziare « i medici e il personale dell’ospedale di Aosta » , che lo hanno curato, « speria­mo - ha aggiunto sorridendo - con successo finale».
Ma il pensiero del Pontefice è andato anche ai tanti che hanno mostrato « in questo frangente, la loro vicinanza, la lo­ro simpatia e il loro affetto per me e hanno pregato per me » , così « si è rafforzata la rete della preghiera che ci unisce in tutte le parti del mondo » .
Benedetto XVI è arrivato a Roma­no Canavese proveniente in eli­cottero da Les Combes, la località valdostana dove sta trascorrendo un periodo di riposo. Il Papa è ap­parso in buona forma, senza il reg­gitore a sostenergli il braccio in­gessato e, sull’anulare della mano destra, di nuovo l’Anello del Pe­scatore, segno che il gonfiore del­la mano infortunata è già scom­parso e, dunque, tutto procede per il meglio.
Il Pontefice quasi la mo­stra, appena arrivato, levandola in alto per salutare, e di nuovo, alla fi­ne, per benedire tra gli applausi i presenti che riempiono fino a scoppiare la piazza Ruggia, di fron­te alla chiesa parrocchiale intito­lata ai Santi Pietro e Solutore ( « Di cui confesso – dice il Papa – non conoscevo il nome » ) dov’è stato e­levato il grande palco sul quale, prima dell’arrivo di Benedetto X­VI, il cardinale Bertone aveva ce­lebrato la Messa. Prima di presen­tarsi in piazza, Benedetto XVI ha sostato nella chiesa parrocchiale di Romano Canavese, raccoglien­dosi per qualche momento in pre­ghiera davanti all’altare, a fianco del quale, portata appositamente da Ivrea, era collocata la teca che racchiude il telo scritto con il san­gue prima di morire dal partigia­no Gino Pistoni, militante dell’A­zione Cattolica, la cui causa di bea­tificazione è stata avviata nel 1994. Quindi, dopo aver salutato i mala­ti, i religiosi e i chierichetti che lo attendevano all’interno della par­rocchia, il Papa s’è affacciato sul palco e, appena presa la parola, dopo l’emozionato benvenuto ri- voltogli dal vescovo di Ivrea Arri­go Miglio, ha ringraziato subito i suoi ospiti, lo stesso Miglio, il ve­scovo emerito Luigi Bettazzi e, ov­viamente il cardinale Bertone, ' ar­tefice' di questa visita « nella vo­stra bella città e nella vostra bella chiesa » . È seguita poi la riflessio­ne, a partire dall’espressione del­la propria solidarietà per le « mol­te famiglie » che « anche qui » spe­rimentano « una situazione di dif­ficoltà economiche a causa della carenza di occupazioni lavorati­ve » .
Terminato l’Angelus, Benedetto X­VI s’è trasferito, come previsto, nella casa della famiglia Bertone dove, prima di riprendere l’elicot­tero che l’avrebbe riportato a Les Combes, ha pranzato condividen­do la tavola col suo segretario di Stato, suo fratello e sua sorella e altre sedici persone.

© Copyright Avvenire, 21 luglio 2009

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