sabato 25 luglio 2009

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L'incontro con la comunità diocesana e il saluto agli ospiti della casa di accoglienza di Introd

«Buone vacanze... senza incidenti»

"Auguro a tutti voi un tempo buono e anche buone vacanze, come io sono in vacanza; ma senza incidenti per voi".
Scherzando sull'infortunio occorsogli una settimana fa, Benedetto XVI si è congedato dai fedeli che, numerosissimi nonostante la pioggia, lo hanno a lungo atteso all'esterno della cattedrale di Aosta dove, nel pomeriggio di venerdì 24 luglio, si è recato per recitare i vespri con la comunità diocesana locale.
Centinaia di persone alle quali il Pontefice ha rivolto un breve saluto.
"Cari amici - ha detto - vorrei semplicemente dire grazie per questa vostra accoglienza, per l'affetto e per la simpatia. Qui siamo tutti uniti nella preghiera e siamo uniti nell'amicizia che il Signore ci dona". Parole improvvisate, come quelle pronunciate poco prima all'interno dell'antico edificio di culto da poco restaurato: quindici minuti di meditazione sulla presenza di Dio nel mondo.
Gli aostani hanno dato il benvenuto a Benedetto XVI riversandosi per le vie del centro storico attraversate dal corteo. Il Papa, accompagnato dal suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein, all'arrivo in città è stato accolto dal presidente della Regione autonoma Augusto Rollandin, dal presidente del Consiglio regionale Albert Cerise, dal sindaco Guido Grimod e dal vescovo Giuseppe Anfossi.
In cattedrale - la stessa che già visitò Giovanni Paolo II nel 1986 - il Papa è stato accolto dai canonici del Capitolo. All'interno erano presenti circa quattrocento persone, soprattutto sacerdoti, ma anche rappresentanti laici delle parrocchie e delle associazioni ecclesiali valdostane.
All'inizio del rito, il vescovo di Aosta, monsignor Giuseppe Anfossi, ha rivolto al Papa parole di saluto. "È una bella cosa - ha esordito - pregare con il Papa; è un onore che ricorderemo nel tempo il fatto che il Papa sia qui a presiedere una liturgia nella nostra chiesa madre. È questa per noi la grazia della sua presenza: una grazia che ci mette in comunione con la Chiesa universale; pregando con lei, Successore di Pietro, ci sentiamo confermati nella fede, sostenuti nella speranza e coinvolti nella carità. La grazia della sua presenza - ha aggiunto - porta a pienezza la grazia del luogo. Questo luogo. Siamo nella cattedrale e quindi nella sede di un vescovo, ordinato nella successione apostolica e garante della comunione con la Chiesa di Roma".
Dopo aver ripercorso brevemente la storia dell'antica cattedrale, monsignor Anfossi ha ricordato che sant'Anselmo - di cui ricorre il nono centenario della morte - prima di divenire arcivescovo di Canterbury e dottore della Chiesa, da bambino e da ragazzo, "solo o accompagnato dalla sua mamma, con dentro domande vive di fede e di vocazione, ha visto questa cattedrale nella sua bellezza nativa e in essa ha pregato prima di lasciare la sua e nostra terra a ventitré anni".
Concludendo il vescovo ha ricordato che la cattedrale era inizialmente la casa di una famiglia. Una circostanza che può essere di conforto alle tante "nostre famiglie di oggi, soprattutto quelle che soffrono molto: voglio sperare che questa loro sofferenza accompagnata dalla preghiera di lei, Santità, e di noi, possa nel tempo che viene rigenerare questa bellissima comunità, piccola chiesa o meglio chiesa domestica, famiglia fondata sul matrimonio".
Al termine della celebrazione, conclusasi con un canto mariano, lo scambio dei doni: il Papa ha offerto un calice, il capitolo della cattedrale gli ha fatto omaggio di paramenti liturgici.
Lasciata Aosta verso le 18.30, sulla strada del ritorno verso Les Combes, Benedetto XVI è giunto davanti alla Maison d'accueil, casa d'accoglienza per anziani a Introd. A causa della pioggia battente il Pontefice non è potuto scendere dall'automobile. Ha però chiesto che si procedesse a passo d'uomo per il breve tratto davanti all'istituto, per poter così salutare e benedire le circa trenta persone che lo attendevano insieme al sindaco di Introd, Osvaldo Naudin. Tra i fedeli assiepati in questo tratto di percorso c'erano anche alcuni bambini della scuola locale.
La stessa casa di accoglienza aveva avuto l'onore di ricevere la visita di Giovanni Paolo II, nel 1994, anch'egli, per una singolare coincidenza, vittima di un infortunio, purtroppo ben più grave: infatti, era caduto e si era fratturato il femore. All'epoca, la costruzione, proprietà del comune di Introd, era stata da poco ultimata.

(©L'Osservatore Romano - 26 luglio 2009)

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