lunedì 6 luglio 2009

Il Papa: «Mai più tragedie come quella di Viareggio» (Giansoldati)


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Il Papa: «Mai più tragedie come quella di Viareggio»

Appello di Ratzinger: «Garantire la sicurezza sul lavoro»

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

Papa Ratzinger riflette sulla tragedia di Viareggio e non esita a riprendere in mano la battaglia che aveva iniziato alcuni anni fa l’Osservatore Romano per chiedere all’Italia maggiore rigore in materia di sicurezza sul lavoro.
All’Angelus, affacciandosi dalla finestra del suo studio, davanti a migliaia di pellegrini accaldati, ha ricordato con dolore coloro che sono morti nel rogo sviluppatosi quattro giorni fa alla stazione ferroviaria, assicurando ai feriti e ai familiari delle vittime la sua vicinanza spirituale. Poi l’appello: «Auspico che simili incidenti non abbiano a ripetersi e sia garantita a tutti la sicurezza sul lavoro e nello svolgimento della vita quotidiana». Non è la prima volta che dal Vaticano viene manifestata preoccupazione per il gran numero di morti bianche.
E’ stato, infatti, uno dei cavalli di battaglia del quotidiano d’Oltretevere, all’epoca diretto da Mario Agnes, che teneva il conto degli incidenti sul luogo di lavoro, nei cantieri, in fabbrica, nelle acciaierie. Il bilancio delle vittime veniva pubblicato puntualmente.
«Vedere questo quotidiano inesorabile appuntamento con la morte sui luoghi di lavoro lascia sgomenti» insisteva l’Osservatore, denunciando di volta in volta sciagure che non possono essere vissute come ineluttabili o addirittura relegate a «quantificazioni quasi fisiologiche di natura statistica, magari chiamando in causa presunte fatalità».
Sono state sollecitate più volte risposte organiche e capillari, per «interventi strutturali». In questi anni il piccolo Stato pontificio si è adeguato varando una legge all’avanguardia. Il primo gennaio 2008 è entrata in vigore un testo per la tutela della sicurezza e la salute dei lavoratori che porta la firma del Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano, il cardinale Lajolo. A detta degli esperti costituisce una novità nel campo della legislazione d’Oltretevere, dato che il suo impianto prevede che la sicurezza non sia rinviata alla legislazione italiana. Per tutelare meglio i suoi lavoratori il Papa ha scelto di centralizzare la gestione, affidandola ad un apposito servizio istituito presso il Governatorato composto da un'unità operativa: un medico, un ingegnere, un ufficiale dei Vigili del fuoco e un funzionario. Le singole amministrazioni della curia, i dicasteri, i pontifici consigli devono fornire un flusso costante di informazioni sui rischi che corrono i lavoratori. Proprio per prevenire gli incidenti è stato introdotto un Documento di valutazione dei rischi da rinnovare ogni tre anni o «al verificarsi di significative mutazioni nelle tecniche, nelle metodologie, nei macchinari o nell’ambiente». Tanta attenzione è stata così spiegata dal cardinale Bertone: «per il personale vaticano non si tratta di un mero rapporto lavorativo, ma di una vera e propria missione apostolica».

© Copyright Il Messaggero, 6 luglio 2009 consultabile online anche qui.

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