giovedì 30 luglio 2009

Medjugorje, Tomislav Vlasic «ridotto allo stato laicale» (Gianni Cardinale)


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Medjugorje, Tomislav Vlasic «ridotto allo stato laicale»

Gianni Cardinale

Benedetto XVI ha ridotto allo stato lai­cale fra’ Tomislav Vlasic, il francesca­no noto soprattutto per i legami con quelli che nel linguaggio ufficiale della Curia romana vengono definiti i «fenomeni di Medjugorje».
Il provvedimento è stato reso pubblico via internet dove è stato messa in rete la fotocopia della lettera con cui il mini­stro generale dei Frati Minori, padre José Rodriguez Carballo, ha informato del prov­vedimento pontificio i provinciali di Bosnia­Erzegovina, Croazia e Italia.
Nella missiva, che porta la data del 10 marzo 2009, padre Rodriguez ha scritto che il Papa ha concesso a Vlasic, che l’aveva richiesta, «la grazia della riduzione allo stato laicale e la dimissione dall’Ordine» francescano.
E ha aggiunto che il Pontefice, motu proprio – cioè senza che ci fosse una richiesta –, ha concesso allo stesso Vlasic «la remissione della censura in­corsa, nonché la grazia della dispensa dai voti religiosi e da tutti gli oneri connessi con la sacra ordinazione, incluso il celibato».
Nella lettera il ministro generale aveva pri­ma spiegato che Vlasic in quanto «responsa­bile di condotte lesive della comunione ec­clesiale sia in ambito dottrinale che discipli­nare » era appunto «incorso nella censura dell’interdetto» che ora però viene rimossa.
Questi provvedimenti del Papa nei confronti dell’ormai ex frate non sono senza condizioni.
Al «signor Tomislav Vlasic» infatti ven­gono «imposti» come «salutare precetto pe­nale » e «sotto la pena della scomunica da dichiararsi dalla Santa Sede» tre «precetti». Il primo riguarda la proibizione assoluta di e­sercitare qualsiasi forma di apostolato, non­ché di acquistare ed amministrare beni de­stinati ad opere pie (nella lettera si specifica che Vlasic non potrà, ad esempio, occuparsi della promozione del culto pubblico e pri­vato, dell’insegnamento della dottrina cri­stiana, della direzione spirituale, né parteci­pare ad associazioni di fedeli).
Il secondo «precetto» consiste nel divieto assoluto di ri­lasciare dichiarazioni in materia religiosa, specialmente riguardo ai «fenomeni di Medjugorje».
Il terzo riguarda la proibizione assoluta di abitare nelle case dell’Ordine dei Frati Minori. Ed è per far rispettare «in mo­do particolare» quest’ultima disposizione che il ministro generale ha inviato questa lettera del 10 marzo ai suddetti provinciali, i quali a loro volta l’hanno rigirata a tutte le case dell’ordine.
La lettera così ha avuto una certa diffusione, il che forse ha fatto in mo­do che arrivasse anche al circuito mediatico. Il provvedimento, ovviamente, non è un giudizio sui «fenomeni di Medjugorje», ma sui comportamenti personali di Vlasic so­prattutto in quanto fondatore dell’associa­zione 'Kraljice Mira', e non per il suo ruolo riguardo quanto accaduto nel piccolo cen­tro dell’Erzegovina. Nella lettera di padre Rodriguez si addebita­no a Vlasic «condotte lesive della comunio­ne ecclesiale sia in ambito dottrinale che di­sciplinare », ma non si scende in particolari.
Lo scorso anno però, la diocesi Mostar-Duv­no – contraddistinta storicamente da una secolare e ancora non pienamente risolta ri­valità tra clero secolare e francescani, anche a prescindere da Medjugorje – aveva emes­so un comunicato in cui, per spiegare lo sta­tus canonico di Vlasic, si citavano ampi stralci di una lettera dell’arcivescovo Angelo Amato, all’epoca segretario della Congrega­zione per la dottrina della fede. In quest’ul­tima lettera, datata 30 maggio 2008, Amato spiegava che «nel contesto del fenomeno Medjugorje, questo dicastero sta trattando il caso» di Vlasic e che con decreto del 25 gen­naio precedente gli aveva imposto «severe misure cautelari e disciplinari».
In pratica V­lasic era stato segnalato alla Congregazione «per divulgazione di dubbie dottrine, mani­polazione delle coscienze, sospetto mistici­smo, disobbedienza ad ordini legittima­mente impartiti ed addebiti contra sextum (contro il sesto comandamento ndr.)». E la stessa Congregazione in base a queste accu­se aveva decretato cinque sanzioni, con la minaccia di interdetto in caso di mancata accettazione. Ma Vlasic però si è rifiutato e così l’interdetto è scattato automaticamen­te. A questo punto avrebbe dovuto essere sottoposto ad un processo penale canonico che avrebbe verificato le pesanti accuse che gli erano state rivolte.
Chiedendo la riduzio­ne allo stato laicale, ha evitato il processo. Ma non le polemiche. Il provvedimento su Vlasic, è bene ribadirlo, non riguarda i 'fe­nomeni di Medjugorje', le 'apparizioni' mariane che dal 1981 si manifesterebbero a sei 'veggenti' del borgo erzegovinese, sui quali ancora non c’è un giudizio definitivo della Chiesa. Veggenti di cui Vlasic è stato i­nizialmente «assistente spirituale».

© Copyright Avvenire, 30 luglio 2009 consultabile online anche qui.

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