sabato 4 luglio 2009

Vaticano: polemiche su Recife per colpire Fisichella e Bertone (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo questo chiarissimo commento di Salvatore Izzo:

VATICANO: POLEMICHE SU RECIFE PER COLPIRE FISICHELLA E BERTONE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 4 lug.

"L'aborto provocato e' sempre stato condannato dalla legge morale come un atto intrinsecamente cattivo e questo insegnamento permane immutato ai nostri giorni fin dai primordi della Chiesa.
La stessa collaborazione formale costituisce una colpa grave che, quando e' realizzata, porta automaticamente al di fuori della comunita' cristiana". Sono affermazioni contenute nell'articolo del presidente della Pontificia Accademia della Vita, mons. Rino Fisichella, che sull'Osservatore Romano del 15 marzo aveva criticato la linea seguita dall'arcivescovo di Recife, del quale il Papa ha accettato nei giorni scorsi le dimissioni, in merito alla penosa vicenda di una bambina di 9 anni messa incinta dal patrigno e che aborti' due gemelli. In seguito all'articolo di Fisichella, che rispondeva a violenti attacchi mossi al Papa e alla Chiesa, in Brasile e in Europa, proprio a causa delle dichiarazioni del vescovo, alcuni membri della Pontificia Accademia della Vita hanno attaccato mons. Fisichella, accusandolo di aver ignorato la dottrina della Chiesa sull'aborto diretto, arrivando a giustificare tout court l'aborto terapeutico.
La lettera e' rivelata dal sito "Chiesa" dell'Espresso, che cita anche il segretario di Stato, card. Tarcisio Bertone, indicato dagli accademici dissidenti come committente dell'articolo di Fisichella.
Ma, a leggerlo, quel testo era chiarissimo, non cancellava affatto la scomunica per i medici e per chi in modo consapevole compie o coadiuva un aborto: "Non c'era bisogno - scriveva semplicemente l'arcivescovo Fisichella - di tanta urgenza e pubblicita' nel dichiarare un fatto che si attua in maniera automatica.
Tecnicamente, il Codice di diritto canonico usa l'espressione latae sententiae per indicare che la scomunica si attua appunto nel momento stesso in cui il fatto avviene". Secondo mons. Fisichella, pero', "cio' di cui si sente maggiormente il bisogno in questo momento e' il segno di una testimonianza di vicinanza con chi soffre, un atto di misericordia che, pur mantenendo fermo il principio, e' capace di guardare oltre la sfera giuridica per raggiungere cio' che il diritto stesso prevede come scopo della sua esistenza: il bene e la salvezza di quanti credono nell'amore del Padre e di quanti accolgono il vangelo di Cristo come i bambini, che Gesu' chiamava accanto a se' e stringeva tra le sue braccia dicendo che il regno dei cieli appartiene a chi e' come loro".

© Copyright (AGI)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Guardate che Fisichella è stato perfetto fino al'ultimo paragrafo, che riporto: «Carmen, stiamo dalla tua parte. Condividiamo con te la sofferenza che hai provato, vorremmo fare di tutto per restituirti la dignità di cui sei stata privata e l'amore di cui avrai ancora più bisogno. Sono altri che meritano la scomunica e il nostro perdono, non quanti ti hanno permesso di vivere e ti aiuteranno a recuperare la speranza e la fiducia. Nonostante la presenza del male e la cattiveria di molti.»

Quando dice che "Sono altri che meritano la scomunica e il nostro perdono, non quanti ti hanno permesso di vivere e ti aiuteranno a recuperare la speranza e la fiducia.", implicitamente sostiene che dei medici che hanno praticato un aborto diretto non meritavano di essere scomunicati, ma lo meritavano altri.

E' questo che, fin dalla prima lettura, mi ha molto sorpreso. E se collaborassi con l'Accademia pontificia per la vita, credo che chiederei delucidazioni sull'argomento a chi di dovere, dato che mi sembra che tali frasi contrastino con gl'insegnamenti della Chiesa.

Anonimo ha detto...

sottoscrivo l'anonimo delle 6.33

Luigi

gemma ha detto...

ma, come ho già detto in altro post senza ricevere risposta, lo stupratore di una bimba non meriterebbe anche lui scomunica o, visto che non è previsto, almeno condanna con la stessa enfasi? Forse è lui uno degli "altri che meritano la scomunica e il nostro perdono.." cui allude Fisichella e nei confronti del quale il vescovo di Recife è stato a mio avviso troppo tollerante. Sentiamo veramente necessità di chiarimenti e non solo nei riguardi della dignità violata dei piccoli abortiti ma anche dei piccoli viventi.
E poi, l'utero di una bambina stuprata è a priori solo un contenitore? Non esiste il caso limite? Eppure per giusta causa si tollerano pure le guerre

Anonimo ha detto...

E' senz'altro vero che il Vescovo avrebbe potuto sanzionare il patrigno stupratore, c'è da dire peró che il Codice di diritto canonico prevede automaticamente solo la scomunica dei medici, dunque non si capisce perchè loro non la meritassero e altri sí.

A mio giudizio l'avrebbero meritata sia i medici che il patrigno, e avrei avuto piacere di leghere questo.

Tra l'altro mi sono trovato a difendere il Vescovo di Recife, in pubblico, e dopo pochi giorni m'è stato rinfacciato da chi ammetteva eccezioni in casi del genere che anche Fisichella la pensava come lui.

Ora immagino che si sia trattato di un malinteso, peró questo episodio è indicativo della confusione che puó portare un articolo del genere, sia per l'autorevolezza di Mons. Fisichella, che dell'Osservatore Romano.