sabato 4 luglio 2009

Vaticano segreto ma non troppo. Gli accademici pro-vita ricusano il loro presidente (Magister)


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Vaticano segreto ma non troppo. Gli accademici pro-vita ricusano il loro presidente

Sugli sviluppi della controversia accesa dall’articolo dell’arcivescovo Rino Fisichella sul caso della bambina brasiliana fatta abortire dei due gemelli che portava in grembo, www.chiesa ha informato nel servizio messo in rete il 3 luglio: Il caso di Recife. Roma ha parlato, ma la causa non è finita.
Ai fatti pubblici lì riportati, tuttavia, vanno aggiunti importanti retroscena.

L’articolo di Fisichella – uscito il 15 marzo sulla prima pagina de “L’Osservatore Romano” – ha fatto colpo non solo per i contenuti e le modalità della pubblicazione, ma perché il suo autore è presidente della pontificia accademia per la vita.
Ebbene, 27 dei 46 membri che fanno parte di questa accademia scrissero il 4 aprile scorso una lettera collettiva a Fisichella, chiedendogli di correggere le “errate” posizioni da lui espresse nell’articolo.
Il 21 aprile Fisichella rispose loro per iscritto, respingendo la richiesta.
Il 1° maggio, 21 dei firmatari della precedente lettera si rivolsero quindi al cardinale William Levada, prefetto della congregazione per la dottrina della fede, chiedendo alla congregazione un pronunciamento sulla dottrina della Chiesa in materia di aborto.
La lettera fu consegnata il 4 maggio ma non ricevette risposta. Gli scriventi seppero da un funzionario della congregazione che la lettera era stata girata al segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone, “poiché l’articolo di Fisichella era stato scritto su sua richiesta”.
Due membri della pontificia accademia per la vita trasmisero allora direttamente al papa un dossier sulla vicenda.
L’8 giugno Benedetto XVI avrebbe discusso il caso con Bertone e avrebbe ordinato di pubblicare una dichiarazione che chiarisse la dottrina della Chiesa in materia di aborto.
Ma questo testo ancora non ha visto la luce. C’è chi si oppone a che sia pubblicato su “L’Osservatore Romano”. E c’è chi vorrebbe che sia trasmesso in via riservata solo a un ristretto numero di destinatari: i vescovi e gli accademici più direttamente coinvolti nella controversia.

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Beh, se il Papa ha davvero ordinato che sia pubblicata una dichiarazione chiarificatrice, che ci si dia una mossa!
Che cosa stiamo aspettando?
E' ovvio che, dal mio punto di vista, tale dichiarazione dovrebbe essere pubblica come pubblicamente si e' consumata la controversia
.
Il Pontificato di Benedetto XVI si caratterizza per la trasparenza, quindi le veline riservate non hanno senso.
Constato comunque, con crescente amarezza, che chi vuole ottenere qualcosa deve sempre ed in ogni caso rivolgersi direttamente al Santo Padre altrimenti non ottiene risposta.
Ricordate l'orribilante "caso Cantini" poi ridotto allo stato clericale per pedofilia? A chi scrissero le vittime? Direttamente al Papa!
Approfitto per ribadire, a proposito di "note riservate", che il testo del motu proprio Summorum Pontificum figura ancora solo in latino ed ungherese
.
R.

14 commenti:

mariateresa ha detto...

vi dirò sinceramente una cosa. Questi articoli a martello del pur ottimo Magister mi hanno un po' rotto i zanetti. La vicenda di Recife ha provocato un mare di guai al nostro Benedetto: chi ha letto, anche superficialmente , la stampa francese di qualche mese fa ,avrà notato che questa trista vicenda fu messa nel conto di Benedetto (che non c'entrava niente) assieme a Williamson e al preseevativo in aereo.
Ora volerla rumigare ancora una volta non mi pare limpido del tutto. E vi dico anche un'altra cosa : l'articolo di Fisichella non mi dispiacue affatto. Non conosco il vescovo di Tecife che magari è un fior di galantuomo, ma il modo in cui venne fuori la cosa fu indubbiamente penosa. Che poi Fisichella abbia detto cose contro la dottrina della Chiesa a me non parve anche se sono l'ultima ruota del carro in fatto di diritto canonico.Fisichella mi piace e non mi sembrò proprio a suo tempo che incoraggiasse l'aborto ma i toni e il modo che erano stati usati , naturalmente con i media sguazzanti.
So che molti pensano diversamente , compreso Magister ,ma io non vedo proprio la necessità di tirare il Santo Padre ancora una volta per la talare su una vicenda su cui si è parlato, secondo il mio modesto parere, abbastanza. Ma qualcuno pensa veramente che Fisichella sia abortista? Può essere stato incauto nel non sentire il confratello di Recife, ne convengo.
Ma mi ricordo contemporaneamente le vagonate di letame che venivano gettate sul santo Padre per altre questioni e credo che, in coscienza, abbia cercato di proteggerlo dall'aggiungere cacca a cacca.
E' solo un parere personale.

mariateresa ha detto...

"dispiacue" ho scritto, che bella figura. Ehm, scusate gli errori.

Raffaella ha detto...

:-))))))))
R.

gemma ha detto...

cara mariateresa, a parte il "dispiacue", sottoscrivo tutto ciò che hai scritto

Raffaella ha detto...

Come sapete, personalmente ho apprezzato moltissimo l'articolo di Mons. Fisichella.
In questi ultimi mesi pero' la sua persona e' stata oggetto di continui attacchi anche personali.
Per questo auspico un chiarimento (pubblico) che precisi per filo e per segno i termini della questione.
R.

don gianluigi ha detto...

L'articolo di Fisichella è un capolavoro di improvvisazione clericale. Prima di andar giuù pesante con l'arcivescovo e curia di Recife, avrebbe dovuto accertarsi dei fatti e non basarsi sui lanci di agenzia. Ha dato per scontato che la bambina fosse in pericolo di vita, mentre ciò è falso.
ha ammonito la chiesa di recife ad essere più materna, senza citare tutte le iniziative di sostegno offerte alla bambina e alla sua famiglia.

Errare humanum est. Però sta volta Fisichella ha errato esageratamente

gemma ha detto...

appunto...si parlava di una bambina, fisiologicamente donna ma pur sempre bambina. Sarà perchè sono stata anch'io bambina o forse semnplicemente ci sono cose che chi non è donna non può capire fino in fondo ma mi permetta don gianluigi di essere perplessa su questo punto.
La cosa che mi sconcerta di più in tutto questo è aver letto questa frase detta dal vescovo Sobrinho durante un'intervista:

http://www.corrispondenzaromana.it/aborto/aborto-intervista-al-vescovo-di-olinda-e-recife.html

"Ora, la Chiesa dice che l’aborto, ossia l’atto che toglie la vita a un innocente indifeso, è molto più grave dello stupro o dell’omicidio di un adulto. Qualsiasi persona intelligente è in grado di comprendere questo. Non sto dicendo che lo stupro e la pedofilia sono cose buone. Ma l’aborto è molto più grave e, per questo motivo, la Chiesa ha decretato la pena automatica della scomunica».

Siamo proprio sicuri che lo stupro di una bambina non sia un pò come togliere la vita ad un innocente indifeso che non può decidere? Non voglio contestare il magistero della Chiesa in tema di aborto ma posso chiedermi perchè lo stupratore di una bambina non deve essere ugualmente scomunicato? La mia ragione non è pronta a capirlo questo. Come non riesce a capire la necessità di trasformare questo caso nel "caso" esemplare per la condanna dell'aborto. Visto che per la dottrina della Chiesa la scomunica in questi casi è automatica, ed Evangelium vitae alla mano, lo sappiamo, perchè tanta enfasi nel decretarla pubblicamente?

raffaele ha detto...

Ha ragione Fisichella. Certi estremisti (come l'arcivescovo di Recife e certi accademici) sono fuori dalla realtà e dimenticano la carità cristiana, nonché il principio della "aequitas", fondamentale nel diritto canonico. La condanna teorica dell'aborto è giustissima (ma non diciamo, per favore, che è peggio dell'omicidio di un adulto o anche di uno stupro: sono tutti modi di "uccidere", fisicamente o psicologicamente, una persona).Ma nekll'appliocarla alle singole situazioni bisogna tener conto delle circostanze e, appunto, della "aequitas". Altrimenti la norma diventa disumana e provoca effetti negativi.

Anonimo ha detto...

Premesso che stimo Fisichella, concordo con don Gianluigi.

Ricordo anch'io che all'epoca la vicenda è stata riportata da agenzie e giornaloni per dimostrare ancora una volta "l'insensibilità" della Chiesa.

Più affidabile la ricostruzione dei fatti disponibile qui http://www.mascellaro.it/node/32048 in aggiunta alle "Chiarificazioni dell'arcidiocesi di Olinda e Recife" testo disponibile nel blog di Magister.

La presa di distanza di Fisichella dalla posizione del Vescovo Sobrinho di fronte ad un evento tragico ma assai chiaro, (cfr. link riportato da Gemma), che però Fisichella conosceva solo per sentito dire, ha di fatto lasciato passare un messaggio molto capzioso: duro ed insensibile il "cattivo" Sobrinho che condanna l'aborto senza se e senza ma, più "aperto" e "dialogante" Mons. Fisichella.

A me è sembrato il tentativo (maldestro) di guadagnarsi qualche plauso da parte del mondo, ma ciò comporta dei grossi rischi...

La tecnica dei sostenitori dell'aborto/eutanasia è sempre la stessa: confezionare ad hoc il caso-limite, reclamizzarlo, aspettare che nelle file di chi vi si oppone si creino delle crepe, poi alzare la posta (cioè spingere a legiferare in termini di aborto/eutanasia come diritto).

Ricordate i distinguo dei cattolici "adulti" sul caso drammatico di Eluana Englaro?

Ecco, io ho avuto come la sensazione che il buon Fisichella possa essere caduto nel trappolone.

Luigi

don gianluigi ha detto...

Raffaele, cosa vuol dire condanna teorica che bisogna applicare alle singole situazioni?

La condanna dell'aborto è il giudizio morale negativo che sempre va dato a questo crimine senza se e senza ma! Altrimenti cadiamo dalla morale della situazione, alla morale dell'opzione fondamentale, alla morale proporzionalista, tutte chiaramente criticate da Giovanni Paolo II nell'enciclica "Veritatis splendor" nei paragrafi 65-83 e 95-102.
L'aborto è peggiore di un omicidio perché la vittima è totalmente incapace di difendersi. Con la scomunica, dice il Catechismo C.C.: «La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.»

L'æquitas canonica qui c'entra come i cavoli a merenda, infatti s'intende per essa la preoccupazione di garantire la giustizia nel caso concreto ed evitare che la formalistica applicazione della legge si risolva in una violazione della giustizia.

Qui l'unica violazione della giustizia è la soppressione di due vite innocenti che tu vorresti giustificare!!

Anonimo ha detto...

ma è proprio sicuro che l'arcivescovo di Recife si sia così caldamente affrettato a lanciare la pubblica scomunica? Non saranno stati i giornalisti a cercarlo in un momento successivo e a porgli domande, di fronte alle quali il monsignore non ha potuto far altro che ribadire il diritto canonico, e senza fare salti di gioia?
Se poi Sobrinho si è sbagliato e in questo caso i medici non risultano scomunicati, forse si sarebbe potuto sollecitare direttamente una rettifica da parte sua, invece di fargli il controcanto a mezzo stampa.

don gianluigi ha detto...

L'arcivescovo di recife non ha lanciato un bel niente. La scomunica per chi provoca l'aborto è latæ sententiæ, quindi, per il fatto stesso di aver commesso quel tipo di delitto s'incorre nella pena. A differenza della scomunica ferendæ sententiæ che deve essere dichiarata e comminata.

raffaele ha detto...

Di fronte ad una persona che ha subito una violenza (tanto piùù se minorenne ed indifesa) bisogna anzitutto condannare chi ha usato violenza contro di lei. In un secondo momento si possono prendere le distanze da una scelta sbagliata come quella dell'aborto. Ma nobn si possono mettere sullo stesso piano l'aborto volontario, a mente fredda, di una donna adulta e quello di una minorenne che ha subito violenza. Questo voleva dire mons. Fisichella. L'arcivescovo di Recife invece non ha capito. Non credo poi che si possa liquidare con due battute la teologia morale di Rahner e di padre Haering (che non hanno mai giustificato l'aborto).

don gianluigi ha detto...

Caro Raffaele, i principi morali che ti ho esposto non li ho inventati io ma la tradizione della chiesa che non è stata rispettata né da Rahner, né da Haering e sono stati ribaditi dal papa nell'enciclica che ti ho citata. Il vescovo di Recife non ha certo minimizzato la violenza subita dalla ragazzina, ma ha anche ribadito la condanna per un reato che non si può mai giustificare.
Le tue motivazioni e quelle di mons. Fisichella sono quelle che sostengono gli abortisti americani (pro choice), qui sta il pericolo di proclamare la contrarietà all'aborto come principio, ma con le eccezioni che tanto piacciono ai movimenti pro choice.